Negli anni settanta si apre un periodo di interessanti lotte sociali e vengono sul tappeto i grandi problemi
della società moderna, cioè i problemi famigliari, il divorzio, l’aborto, il problema del femminismo.

È vero che in anticamera ci sono, in termini di potere, i comunisti; ma in anticamera ci sono i socialisti con le
loro leggi cosiddette “permissive”, in sostanza: “eversive”.
È pronta la proposta di legge socialista per il libero aborto, è pronta la proposta di legge socialista per la
libera droga.
Non votate come vorrebbero votaste quelli delle Brigate Rosse.

Per confondere le cose sono arrivati al punto di dire che il 12 maggio si vota a favore o contro il comunismo.
Hanno cercato di mettere paura profetizzando l’apocalisse, speculando sui sentimenti più delicati e sugli
affetti più cari.
Ma il fatto più vergognoso è il modo in cui certi esponenti anti-divorzisti si sono rivolti ai bambini.
In certi asili e in certi istituti hanno messo nelle tasche del grembiulino di fanciulli di cinque, sei anni
volantini intimidatori e provocatori:
“I figliuoli nel loro cuore han degli orfani il dolore”.
E sono giunti a spaventare i bambini al tal punto che essi sono tornati a casa talvolta piangenti, ripetendo ai
genitori la menzogna che era loro stata messa in testa: sarebbero stati abbandonati dal papà e dalla mamma.

Il 12 maggio si decide sulla famiglia: chi la vuole difesa dalla tentazione del facile divorzio vota SI, chi la
vuole divisibile col divorzio vota NO.
Soffriamo tutti di permessivismo e la legge sul divorzio lo estende anche alla famiglia.
Soffriamo della insufficienza della scuola e col divorzio facile distruggiamo l’unica scuola che funziona.
Soffriamo dello stato pessimo degli enti assistenziali.
Soffriamo dello sgretolamento di molti istituti sociali.
E noi vogliamo aggravare lo sgretolamento della famiglia.
E noi vogliamo indebolirla, la famiglia, unica mutua naturale che ci assiste dalla culla alla bara.